Digitalis purpurea L. 1753




famiglia: Scrophulariaceae
nome comune: digitale purpurea, ditale della Madonna






ETIMOLOGIA: il nome generico proviene dal termine latino digitus (dito) per la particolare conformazione della corolla, a dito di guanto o a ditale. L'attributo specifico purpurea (color porpora) è riferito al colore dei fiori






la digitale è una pianta erbacea biennale (talvolta perenne) alta da 30 a 150 centimetri, originaria dell'Europa occidentale, dalla Scandinavia fino alle coste del Mediterraneo e la penisola Iberica. In Italia è diffusa allo stato spontaneo in Sardegna ed è presente con piccole popolazioni in altre regioni come Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna e Calabria (probabilmente sfuggita alla coltivazione nei giardini). Vive di preferenza nei boschi radi di latifoglie, in zone collinari fino ad un'altitudine di 1500 metri.
Nel primo anno di vita la pianta non produce fiori ed è costituita soltanto da una rosetta basale di lunghe foglie lanceolate di colore verde scuro, ricoperte talvolta da una pubescenza biancastra. Nel secondo anno di vita dal centro della rosetta, in giugno, si sviluppa un lungo stelo fiorale.
Predilige terreni sciolti, ricchi, fertili e ben drenati, a pH sub-acido e cresce bene sia al sole sia in ombra completa. Nei climi con pomeriggi estivi molto caldi è consigliabile collocarla in posizione ombreggiata. Nei climi molto rigidi bisogna pacciamare la base con paglia o corteccia di pino, per preservare la rosetta basale. Le annaffiature devono essere moderate



il fusto è eretto, angolare, peloso, rostrato, vuoto internamente. Il primo anno si forma esclusivamente un rosetta basale con foglie radenti, lanceolate.
Il secondo anno le foglie sono alterne, ovali od oblunghe, col margine crenato e dentato e l'apice acuminato, pubescenti: quelle inferiori sono grandi e picciolate, mentre le superiori sono sessili e di dimensioni gradatamente decrescenti verso l'alto del fusto




i fiori, penduli e lunghi circa 5 centimetri, con corolla tubuloso-campanulata dal labbro inferiore sporgente di circa 5 millimetri, pelosa all'interno e ciliata ai margini, di colore bianco, rosa o porpora (a seconda della varietà), con macchie scure cerchiate di bianco all'interno, compaiono da maggio a settembre riuniti in racemi unilaterali, coi fiori tutti da una parte


USO ALIMENTARE OD OFFICINALE: tutta la pianta è molto tossica e velenosa per ingestione (la concentrazione maggiore di sostanze tossiche è nelle foglie) in quanto contiene saponine e glicosidi cardioattivi che causano sintomi come vomito, nausea, disturbi alla vista, ipotensione, battito cardiaco alterato e nei casi più gravi la morte per arresto cardiaco. In generale si ritiene che 10 grammi di foglie secche o 40 grammi di foglie fresche possono provocare la morte in un uomo.
In caso di ingestione non provocare il vomito, ma portare immediatamente la persona interessata al Pronto Soccorso o contattare al più presto un Centro Antiveleni.
Un tempo la digitale era utilizzata in erboristeria per le sue proprietà cardiotoniche, regolarizzatrici del battito cardiaco, ma il suo impiego è cessato a causa della difficoltà di dosaggio, in quanto anche dosi piccole ma continuate per molto tempo possono provocare seri inconvenienti cardiaci, gastro-intestinali e nervosi. Le dosi tossiche sono molto variabili perché variabile è il contenuto di principi attivi nelle foglie.
 

Attenzione !!
Questi non sono consigli medici!! Usate eventuali prodotti con cautela e solo secondo le prescrizioni del medico o dell’erborista

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