Viburnum opulus L. 1753

famiglia: Caprifoliaceae
sinonimi: Viburnum trilobum Marsch
nome comune: pallon di maggio, palla di neve

ETIMOLOGIA: il nome del genere è quello con cui gli antichi romani chiamavano questa pianta, pare originatosi dal termine viere (legare, intrecciare), riferito alla flessibilità dei rami, un tempo utilizzati per costruire cesti. L'attributo specifico opulus è l’antico nome latino dell’acero campestre, ed è dovuto alla somiglianza delle foglie a quelle di quella pianta



il viburno 'palla di neve' è un grande arbusto od un piccolo alberello caducifoglio alto fino a 3-4 metri, con chioma generalmente ovata od arrotondata, diffuso nell'emisfero settentrionale dall'Europa al Giappone, molto decorativo per la sua caratteristica ed abbondante fioritura, con fiori di colore bianco, profumati e riuniti in corimbi o cime ombrelliformi. In Italia è diffuso allo stato spontaneo principalmente nelle regioni settentrionali, dove vive in luoghi umidi e freschi, in posizioni assolate oppure nel sottobosco luminoso. Sopporta molto bene l’aria inquinata delle città e, pur adattandosi bene ai diversi substrati, predilige i suoli calcarei e ricchi di sali minerali. Tra tutti i viburni è senz’altro il più diffuso sia come specie originaria, indigena in Italia, sia come specie ornamentale nelle numerose varietà derivate dalla selezione vivaistica


le foglie sono opposte, con 3-5 lobi e brevemente picciolate, simili per la forma a quelle degli aceri, con margine a denti irregolari ed arrotondati, lunghe fino a 10 centimetri. La pagina superiore è glabra e di colore verde scuro, mentre quella inferiore è finemente pubescente e leggermente più chiara. Il picciolo presenta evidenti ghiandole nettarifere verdastre, situate nella sua porzione superiore, che attirano le formiche
 



i fiori, che compaiono in maggio-giugno, sono riuniti in corimbi glabri, ombrelliformi, di circa 7-12 centimetri di diametro: i fiori periferici hanno dimensioni maggiori di quelli interni, e sono sterili, molto profumati, con la funzione di attirare gli insetti impollinatori; i fiori fertili, interni all'infiorescenza, portano 5 stami con antere giallastre



i frutti sono drupe carnose, lucenti e globose, traslucide, del diametro di 6-8 millimetri, dapprima verdastre poi di un bel colore rosso brillante a maturità (agosto-settembre), spesso persistenti anche dopo la caduta delle foglie. Riunite in grappoli, si sviluppano nella parte centrale del corimbo, in corrispondenza dei fiori fertili e contengono un solo seme, piatto e cuoriforme: sono appetite dall'avifauna ma, se ingerite dall'uomo, sono tossiche e possono provocare gravi dolori intestinali



le foglie assumono in autunno, prima di cadere, una colorazione rossa molto vivace ed appariscente

Nessun commento:

Posta un commento