Quercus ilex L. 1753

nome comune: leccio, elce
famiglia: Fagaceae

ETIMOLOGIA: secondo l'interpretazione più comunemente accettata, il nome generico è dato dall'unione dei due termini celtici kaer, quer (bello) e cuez (albero). L'attributo specifico è riferito alla somiglianza delle foglie di questa pianta a quelle dell'agrifoglio, Ilex, termine con cui già gli antichi romani indicavano il leccio.




è una quercia sempreverde a portamento generalmente arboreo, ma può presentarsi anche come un grande arbusto, di dimensioni ragguardevoli (fino a 30 metri), con la chioma espansa e globosa, spontanea in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, presente in Italia in tutte le regioni ad eccezione della sola Val d'Aosta.
È pianta xerofila ed indifferente al tipo di terreno (pur preferendo suoli subacidi e ben drenati), che cresce spontanea in posizioni soleggiate nella macchia mediterranea e nei boschi più caldi.
L'apparato radicale è fittonante nei primissimi anni di vita della pianta, ramificandosi poi con l'età, diventando infine molto imponente e tale da consentire alla pianta di sopravvivere anche in ambienti estremi.
È una specie molto longeva (può vivere oltre 1000 anni) ed ha un legno forte, duro ed assai resistente, utilizzato in lavori al tornio, in ebanisteria ed in falegnameria, che brucia a lungo, anche quando è ancora fresco, dalla cui combustione si ottiene un carbone molto pregiato



i giovani rami sono pubescenti e di colore grigio-verde fino al secondo anno di età, poi crescendo diventano glabri ed assumono un colore più scuro. il tronco è generalmente eretto e la corteccia è liscia e grigiastra negli esemplari giovani, più scura, screpolata e fittamente divisa in scaglie tetragonali a maturità


le foglie sono persistenti, cuoiose e coriacee, lucide e di colore verde scuro nella pagina superiore, pubescenti (raramente glabre) e di colore verde-grigio in quella inferiore, fornite di un corto picciolo tomentoso e di stipole che col tempo cadono, comunemente ovato-lanceolate ma di forma piuttosto variabile, con margine da intero a dentato, spesso pungenti negli esemplari più giovani, con l'apice in genere acuto (ma a volte anche mucronato). In una stessa pianta possono essere contemporaneamente presenti foglie di forma e dimensioni molto differenti tra loro


fiori maschili sono giallastri e raggruppati in amenti penduli, ben allungati in piena antesi, con rachide variamente peloso, portati in mazzetti all'ascella dei nuovi getti. Quelli femminili sono verdognoli e raggruppati in infiorescenze erette e composte da pochi elementi



i frutti sono acheni ovoidali comunemente chiamati ghiande, che maturano ad autunno inoltrato ed hanno colore dapprima verde, diventando poi bruno-castani  con striature longitudinali più scure a maturità, e portano un mucrone ben evidente all'apice. La cupola ha squame brevi e appressate, e può coprire da 1/3 fino a quasi tutta la superficie della ghianda

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